mercoledì 28 gennaio 2009

Il mio disco della settimana (4)

BEIRUT/REALPEOPLE - March Of The Zapotec/Holland


Audio CD (February 17, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Ba Da Bing!
ASIN: B001NRPR7U
GENRE: Ethnic/Electronic.

1. El Zocalo
2. La Llorona
3. My Wife
4. The Akara
5. On A Bayonet
6. The Shrew
7. My Night With The Prostitute From Marseille
8. My Wife Lost In The Wild
9. Venice
10. The Concubine
11. No Dice

Della serie: 'quando uno è esagerato..'. A 19 anni Zach Condon, un tipetto abbastanza sfigato che fa la spola fra Arizona e Texas, diventa il caso discografico dell'anno esordendo con 'Gulag Orkestar', disco straordinariamente pregno di atmosfere balcaniche e malinconie gitane. L'anno seguente il ragazzo aggiusta iltiro e con 'The Flying Club Cup' apre la sua creatività alla tradizione cantautorale europea (soprattutto francese) pur non disdegnando le abituali fanfare mitteleuropee, gli organetti circensi e una buona dose di violini tzigani per non farsi comunque mancare nulla. Ormai 'grande' (beh 21 anni..) giunge alla Prova con la 'P' maiuscola (quella del terzo disco) e riesce a spiazzare tutti un'ulteriore volta. Innanzi tutto perchè di 'disco' non possiamo neppure parlare, visto che si tratta in realtà di due EP ben eterogenicamente distinti seppure uniti da un'unica copertina, ma soprattutto perchè invece di proseguire sul sentiero artistico intrapreso il buon Condon fa un'inversione ad 'U': separa anzichè continuare ad amalgamare le sue due anime. Le separa e le porta all'eccesso. Allora ecco che nella prima parte (quella a nome 'Beirut' dal titolo 'March Of the Zapotec') estremizza le radici etno-folk delle sue composizioni utilizzando addirittura un'orchestrina di 19 elementi, andata a pescare in uno sperduto paesino messicano. Condon si trova naturalmente a suo agio nel dirigere questa vera e propria funeral marching band e pezzi come 'La Llorona', 'My Wife' o 'The Shrew' entrano di diritto e abbastanza immediatamente nel pantheon delle perle immaginifiche beirutiane. Però da esagerato com'è subito dopo ti fa accomodare nella seconda parte del disco (qualla non a caso a nome 'Realpeople' e non più 'Beirut') e la sorpresa è piuttosto grande, se non completamente spiazzante. L'anima da chansonnier trionfa incontrastata, con i testi più belli che abbia mai scritto, gioielli però incastonati su una sorpendente montatura elettronica. Beirut elettronico? Ebbene si. Naturalmente però, da tipo esageratamente fuori dal tempo e dalle mode quale è, poteva forse scegliere un rivestimento elettro-funk alla TV On The Radio o qualcosa di più psych alla MGMT o alla Animal Collective? Ma certo che no! Ci ritroviamo invece nel territorio bedroom-electro di Tellier, dei Daft Punk e dei primi Air (quelli più giocosi) col loro tappeto soft-elettronico lo-fi da vecchi videogames ad avviluppare, per contrasto, la profonda malinconia della sua voce. Una roba davvero esagerata insomma. Una roba che amplificherà senza dubbio alcuno le stroncature generali della critica di ogni latitudine, ma che invece a me fa decidere per un voto esageratamente alto.

VOTO: 8

mercoledì 21 gennaio 2009

L'epilessia è danza

Questa settimana salta "il mio disco della settimana" per mancanza dello stesso. Certo avrei anche potuto parlarvi dei nuovi albums di Bruce Springsteen e Franz Ferdinand, che tutto sommato avrebbero ricevuto anche un giudizio più che accettabile da parte mia. Però di parlar bene di due dischi che contengono canzoni che citano palesemente 'I was made for loving you' dei Kiss (il boss) e 'Gioca Jouer' di Cecchetto (i Franz) proprio non me la sento. Opto quindi per l'anteprima del nuovo video di Antony & The Johnsons diretto dai fratelli Wachowski (quelli della trilogia di Matrix e di V for Vendetta) con Antony e Johanna Constantine (fotografata anche sul libretto di 'The Crying Light' insieme a Doctor Julia Yasuda):


L'epilessia è danza
E' il Cristo ormai defunto
Sto trovando il mio ritmo
Mentre mi avvito sulla neve.

Il metallo bruciava in me
Giù per la mente del mio fiume
Quel fuoco cercava la  sua via
Un canale per la sua casa. 

Grido: "L'amore è sfavillio!"
I miei occhi inchiodati dentro
Da gemme verdi
Penzolano come stelle di Natale
Da una vena dorata.

Così arrivai ad urlare
Abbracciami mentre dormo
Perchè le dita mi si torcono
E non riesco più a respirare .
  
Poi piansi nella cucina
Come se avessi visto il tuo fantasma
Saldare i miei occhi
Attraverso una linea blu.

Tagliami in quattro parti 
Lasciami nell'angolo..

Sta passando
Sto danzando..

lunedì 19 gennaio 2009

venerdì 16 gennaio 2009

Scura era la notte

Il 17 febbraio prossimo vedrà la luce la nuova compilation benefica della serie Red Hot Organization, che si prefigge di raccogliere denaro in favore dei malati di AIDS. La compilation dal titolo 'Dark was the night', con quel 'was' usato con speranza al passato, è stata prodotta, organizzata e gestita dai fratelli Dessner (cioè i The National) e vede una tracklist davvero da sogno: Jose Gonzalez che canta Nick Drake, My Brightest Diamond che canta Nina Simone, Antony (solo voce e chitarra acustica) che canta Bob Dylan e poi Byrne, Cat Power, Andrew Bird, Feist, Arcade Fire, Beirut, Bon Iver, Iron & Wine, Sufjan Stevens, Blonde Redhead, My Morning Jacket..
Mi spiace solo di essermi dimenticato di postare ieri questo messaggio, perchè proprio da ieri sul myspace ufficiale del progetto http://www.myspace.com/darkwasthenight e per ogni giorno verrà fatta ascoltare l'anteprima di uno dei pezzi in ordine di scaletta. Insomma vi siete persi David Byrne, ma fate ancora in tempo ad ascoltare 'Cello Song' nella versione di Jose Gonzalez sul tappeto soft-elettronico dei The Books.
Questa in definitiva la tracklist completa dei 2 CD (fate i conti dei giorni a cominciare da ieri e segnatevi quando nel myspace ci sarà il pezzo che solletica maggiormente la vostra curiosità. P.S.: quello di Antony, che ho già ascoltato in ante-anteprima fa rizzare i peli sulle braccia!!!)

(DISC ONE):
  1. "Knotty Pine" - Dirty Projectors + David Byrne
  2. "Cello Song" - The Books featuring Jose Gonzalez
  3. "Train Song" - Feist and Ben Gibbard
  4. "Brackett, WI" - Bon Iver
  5. "Deep Blue Sea" - Grizzly Bear
  6. "So Far Around The Bend" - The National
  7. "Tightrope" - Yeasayer
  8. "Feeling Good" - My Brightest Diamond
  9. "Dark Was The Night" - Kronos Quartet
  10. "I Was Young When I Left Home" - Antony with Bryce Dessner
  11. "Big Red Machine" - Justin Vernon + Aaron Dessner
  12. "Sleepless" - The Decemberists
  13. "Stolen Houses (Die)" - Iron & Wine
  14. "Service Bell" - Grizzly Bear + Feist
  15. "You Are The Blood" - Sufjan Stevens

(DISC TWO):
  1. "Well-Alright" - Spoon
  2. "Lenin" - Arcade Fire
  3. "Mimizan" - Beirut
  4. "El Caporal" - My Morning Jacket
  5. "Inspiration Information" - Sharon Jones & the Dap-Kings
  6. "With A Girl Like You" - Dave Sitek
  7. "Blood Pt. 2" - Buck 65 Remix (featuring Sufjan Stevens and Serengeti)
  8. "Hey, Snow White" - The New Pornographers
  9. "Gentle Hour" - Yo La Tengo
  10. "Amazing Grace" - Cat Power
  11. "Happiness" - Riceboy Sleeps
  12. "Another Saturday" - Stuart Murdoch
  13. "The Giant Of Illinois" - Andrew Bird
  14. "Lua" - Conor Oberst with Gillian Welch
  15. "When The Road Runs Out" - Blonde Redhead & Devastations
  16. "Love Vs. Porn" - Kevin Drew

giovedì 15 gennaio 2009

Il mio Disco della Settimana (3)

Dopo aver riunito le parti del mio 'moniker' (come direbbe J.Lo), prima Antony e poi Bird, questa settimana non posso non parlare di...

ANIMAL COLLECTIVE - Merriweather Post Pavillion

Audio CD (January 20, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Domino
ASIN: B001MW0J2O
GENRE: Psych-pop.

1. In The Flowers
2. My Girls
3. Also Frightened
4. Effigy
5. Summertime Clothes
6. Daily Routine
7. Bluish
8. Guys Eyes
9. Lion In A Coma
10. No More Runnin
11. Brother Sport

Una cosa che proprio detesto è accodarmi alla massa e dunque trovo alcune difficoltà nel parlarne bene. Eppure la massa, in fisica, è anche la misura dell'inerzia offerta dai corpi al cambiamento del proprio stato di moto. Stabilito ciò, poiniamola pari a 0 ed otteniamo la perfetta quantizzazione evolutiva del collettivo stesso. Insomma mi è davvero necessaria la scienza per poter proseguire. Applichiamo ad esempio il concetto all'ottica geometrica: un disegno statico ed immoto che solo illusoriamente viene percepito come flusso dinamico. Ecco, ora ci siamo vicini: 'Merriweather Post Pavillion' è un'illusione auditiva. In realtà affatto dissimile al caracollante folk minimal-floreale di 'Campfire Songs' e 'Here Comes The Indian'. La sovrastruttura caleidoscopica è solo forma applicata e non anche sostanza compositiva, sebbene indubbiamente sia anche il principale punto di forza dell'operazione, o magari di debolezza, in funzione di come le papille gustative dell'ascoltatore percepiscano il pasticcio (solo in senso culinario) una volta sfornato. Perchè tutto si può dire tranne che si possa rimanere indifferentemente neutri al suo cospetto. Non c'è dubbio, il Panda, come tutti gli orsetti di questo mondo, s'è tolto l'aurea di tenero pelouche mostrandosi finalmente il feroce onnivoro che è, fagocitandosi cioè in un sol boccone gli altri tre membri del collettivo. E allora eccoli i suoni corposamente folli del suo 'Person Pitch', eccoli a saturare ogni spazio dello spettro sonoro nel loro magmatico e lisergico saliscendi. Eccoli ad impantanarti nella loro rete vischiosa, una ragnatela avvolgente, disturbata e mortale, cubista e futurista. Un'elettronica fragorosamente ovattata, a tratti catramosamente soffocante ed in altri pindaricamente psichiedelica. Mi spiace davvero accodarmi alla massa, ma se questo non è un gran disco allora io sono un fisico quantista strafatto di LSD in preda ad un'allucinazione otticoauditiva!

VOTO: 8,5

giovedì 8 gennaio 2009

Il mio Disco della settimana (2)



ANDREW BIRD - Noble Beast


Audio CD (January 20, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Fat Possum
ASIN: B001LTVBX4
GENRE: Pop/Songwriter.

1. Oh No
2. Masterswarm
3. Fitz And The Dizzyspells
4. Effigy
5. Tenuousness
6. Nomenclature
7. Ouo
8. Not A Robot But A Ghost
9. Unfolding Fans
10. Anonanimal
11. Natural Disaster
12. The Privateers
13. Souverian
14. On Ho

Il tempismo. Per qualcuno rappresenta la fonte principale dell'intensità relativa alle conseguenze delle proprie azioni, quasi più importante sugli effetti prodotti, dell'azione stessa. Indubbiamente non è tra questi il signor Uccello, polistrumentista ed acclamato songwriter dell'Illinois (da non confondersi col signor Sufjano). Altrimenti come giustificare l'uscita in pieno inverno di questo piccolo gioiello pop che trasuda mattini assolati, frinire di coleotteri in amore e germogliare degli alberi da frutta da ogni singola traccia che lo compone? Il tempismo, questo strano sconosciuto per Andrew Bird. Ancor più sconosciuto se si pensa che invece di proseguire nell'evoluzione degli sperimentalismi elettrici inaugurata dal precendente 'Armchair Apochrypha' eccolo tornare indietro al violino ed alle impalcature acustiche dei tempi di 'The Mysterious Production of The Eggs' e 'Weather Systems'. Anche in questo caso però davvero poco male. Anzi il risultato è davvero eccellente. La leggerezza, la luminosa e primaverile leggerezza, è la chiave con cui questo disco riesce ad aprire i lucchetti un pò arrugginiti del folk targato Nashville ed attraverso una varietà di arrangiamenti orchestrali, mai ridondanti, va a ridefinire i contorni del pop cantautorale. Una sorta di Damien Rice d'oltreoceano, con la stessa lucidità di scrittura, ma anche con la purezza lineare della gioia in luogo della magmatica malinconia ancestrale dello stesso Rice. O se preferite un Rufus Wainwright depurato della sua gaia e barocca melodrammaticità. Non manca neppure la consueta ironia nei testi: perchè nonostante il titolo dell'album, quando arrivi alla fine non sei proprio sicuro Bird abbia scritto esattamente un prontuario per giustificare il fatto che l'uomo sia la 'nobile bestia'. Anzi, io propenderei decisamente per il tutt'altro! Piuttosto ti rimane la sensazione, ancor più rafforzata, di quello che hai sempre pensato in merito alla musica: e cioè che 'pop' non necessariamente deve essere sinonimo di 'mainstream'. Continui pure così signor Uccello, il tempismo non è nulla, la musica è tutto.

try it

VOTO: 8

domenica 4 gennaio 2009

Duetti ed esperimenti

Prometto che questo sarà l'ultimo post su Antony per un pò di tempo. Cioè almeno fino al 9 febbraio quando uscira 'Epilepsy is dancing' con, si spera, un paio di buone out-takes da TCL come b-sides. Però visto che in molti mi chiedono alcune sue cose particolari e di scarsa diffusione, ecco un paio di home-made compilations, scovate grazie al mio amico Christopher su: http://wright82.livejournal.com/ . Va da se che dal mio archivio antoniano con queste cosette avrei potuto estrarre altre 5 compilations, ma per cominciare dovrebbero andare bene comunque.

01 Will I ever learn ( with Herbert Groenemeyer)
02 The dull flame of desire ( with Bjork)
03 Happy Christmas, War is over ( with Boy George)
04 I defy ( with Joan as Police Woman)
05 Old whore's diet ( with Rufus Wainwright)
06 Ooh baby, baby (with Marianne Faithfull)
07 Lowlands low ( with Bryan Ferry)
08 My Juvenile ( with Bjork)
09 All there is to tell ( with Reuben Butchart)
10 Toy Boat ( with Yoko Ono)
11 Beautiful Boyz (with CocoRosie)
12 The Ballad of the sad young men ( with Marc Almond)
13 Leave her Johnny ( with Lou Reed)
14 Immortal Bird ( with Current 93)


e..


01 Knockin on Heavens Door (OST I'm not there)
02 Safari Session/ The Last Man ( with Clint Mansell)
03 Del suo veloce volo (duet with Franco Battiato)
04 Beauty (duet with Linda Thompson)
05 Living the blues (with Jamie Saft Trio) 
06 If it be your will (tribute to Leonard Cohen)
07 Find the Rhythm of your love (The Biennale-Hymn)
08 God with no Tear (VA Visionaire No. 53: Sound)
09 Hole in my soul ((Mèdecins sans frontièers vv.aa. compilation)
10 The Great White Ocean (special for Prada)
11 Trust your Mother (single)
12 Whose are these (single)
13 Semen Song ( duet with Matmos)
14 Burning embers (duet with Lou Reed)
15 Nighttime and Morning (duet with Metallic Falcons)
16 Perfect Day ( tribute to Lou Reed)
17 Idumea (with Current 93)
18 Tears,tears,tears (single)
19 Blood on the door (with Jamie Saft Trio) 
20 Keep in touch (with Nico Muhly)


giovedì 1 gennaio 2009

Il Mio Disco della Settimana (1)

Comincio intanto ad avvantaggiarmi. Credo non possa esistere disco migliore per inauguarare i posts relativi a 'Il mio disco della settimana'.

ANTONY & THE JOHNSONS - The Crying Light



Audio CD (January 19, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Secretly Canadian
ASIN: B001MW0IY8
GENRE: Chamber-pop.

1. Her Eyes Are Underneath The Ground
2. Epilepsy Is Dancing
3. One Dove
4. Kiss My Name
5. The Crying Light
6. Another World
7. Daylight And The Sun
8. Aeon
9. Dust And Water
10. Everglade


Esiste davvero un luogo sicuro, un santuario dove sentirsi al riparo e al tempo stesso liberi? E dove poter anche sognare, facendo volare la nostra immaginazione come quando eravamo bambini sopra le esperienze sedimentate dal tempo nel corso dei nostri anni? Non lo so però Antony deve averlo trovato questo luogo. Fra i rumori soffusi di una foresta notturna o dentro circolari increspature lacustri, oppure sotto l'immensità di un minimalismo cosmico o nella bellezza già rimpianta di paesaggi del mondo frammisti a vedute interiori. Ma sempre illuminato da una luce che grida, una luce piangente di meraviglia che attenua le angolature degli spigoli bui dell'esistenza, irradiandoli di incanto e purezza. E così illuminato, come pare lontano dalle barocche teatralità del suo primo omonimo album o dalla strisciante sofferenza catartica di 'I Am A Bird Now'. E come si è fatta impressionista la sua poesia con quelle associazioni d'immagine che si susseguono, fluttuando dolcemente, fra affreschi naturalistici, stati d'estasi e delicati tratteggi fiabeschi. Certo potrei trascorrere le prossime due ore a disquisire sugli arrangiamenti sinfonici di Nico Muhly in 'Her eyes are underneath the ground' o 'Everglade' o su quel fantomatico incontro fra Elvis e Nina nel meraviglioso blues-gospel di 'Aeon'. Oppure sullo struggente sax tenore che suggella la favola dell'amore fra una colomba ed una volpe in 'One dove' o ancora su quella sorta di preghiera sciamanica da rito pagano a base di 'Acqua e polvere'. O perchè non sugli immensi spazi celestiali che si aprono nell'abbagliante walzer lento di 'Daylight and the sun', ma dopo tutto che cosa riuscirei ad aggiungere all'incanto ed alla purezza sprigionatisi dalla luce che grida, la luce piangente? Nulla. In fondo conta solo lasciare che almeno un suo raggio riflesso raggiunga il nostro cuore così che noi si possa tornare di nuovo un pò bambini ad incuriosirci, a sorprenderci, ad emozionarci.. let I cry sight, a child at night, the crying light, the crying light..

VOTO: 9