venerdì 26 marzo 2010

Lo spettacolo meraviglioso del Principe

Siccome l'ottimo borguez ha già speso da par suo due paroline sul live di Callahan, avevo pensato di parlare un pochino di questa cosina qui..

Bonnie 'Prince' Billy & The Cairo Gang - The Wonder Show Of The World


Vi avrei quindi detto quanto mi piaccia questo suo ritorno al minimalismo, quanto riesca ancora e sempre più ad emozionarmi la sua voce vibrante e soprattutto quanto profondamente mi colpisca il suo modo semplice di esprimere con parole semplici sensazioni e sentimenti complessi. Insomma esattamente tutto ciò che io non riesco a fare ;) Le sue liriche sono in forma di prosa eppure dopo l'addio ad Alda Merini e Vic Chesnutt, io ritengo il signor William Oldham, al di la dell'indubbia qualità di musicista, il più grande poeta vivente. E quindi non vi dico nulla, lascio che sia lui a parlare. A parlare di cos'è l'amore..

"Don’t go to bed if you know that something’s waiting to grab you in the night and throttle hope from your heart.
Don’t close your eyes if the ills are fornicating and conceiving of an evil to break you from the start.

No, stay and play with me.
We’ll lock it down and sleep outside, our heads on shoulders. Okay?
That’s how it be; that’s what our love is, and will hold us til we’re older.
Don’t go indoors if the walls that are waiting have a way of hindering healing laughter in your chest.
And don’t try to speak any words of how you’re hating when the song of how you’re loving is always best.

No, stay and play with me.
We’ll lock it down and sleep outside, our heads on shoulders. Okay?
That’s how it be; that’s what our love is, and will hold us til we’re older.
I believe these are end times.
Wouldn’t it be best to be together then?
The smell of your box on my moustache or a crossword on our mind."


da 'That's what our love is', traccia 6. E voto 9,5

giovedì 25 marzo 2010

Almost Blue In March

A febbraio avevo saltato l'appuntamento, vuoi per pigrizia, vuoi perchè m'era riuscito difficile mettere assieme 16 pezzi che mi piacessero davvero fra le novità discografiche, ma stanotte ho rimediato, anche grazie alle ultime 'uscite' di grande livello, con la seconda compilation del blog per questo 2010. Al solito ne uscita la solita miscela di folk e indie-pop dai risvolti un pò cameristici, perfetta credo per l'ascolto notturno o solo per evadere dalle nevrosi quotidiane che consiglio se non altro per il nuovo singolo dei The National che anticipa l'album e che se tutto di tale livello sarà davvero uno dei must di quest'anno.


01. To The Order Of Night (2:19)
BALMORHEA
02. Rock Bottom Riser - LIVE (6:50)
BILL CALLAHAN
03. Lion Face Boy (3:22)
SEABEAR
04. Lilacs (3:36)
BABY DEE
05. The Owl Of Love (4:07)
CLOGS ft. MY BRIGHTEST DIAMOND
06. Wait For Me (3:04)
ANAIS MITCHELL, BON IVER & BEN KNOX MILLER
07. I See The Sign (6:07)
SAM AMIDON
08. Redemption Day (4:25)
JOHNNY CASH
09. Annie's Box (4:10)
THE KNIFE
10. Flume (2:52)
PETER GABRIEL
11. Bloodbuzz Ohio (4:33)
THE NATIONAL
12. Be And Bring Me Home (5:34)
ROKY ERICKSON & OKKERVIL RIVER
13. Les Feux D'Artifice T'Appellent (5:54)
RUFUS WAINWRIGHT
14. Merciless And Great (5:26)
BONNIE 'PRINCE' BILLY
15. Third Of Life (6:19)
A WEATHER
16. Baby Birch (9:30)
JOANNA NEWSOM

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(rar password: almostblue)

mercoledì 24 marzo 2010

Vedo i segni, questo è un disco che rimarrà..

Probabilmente il primo album del 2010 davvero imprescindibile dal mio punto di vista..

Sam Amidon - I See The Sign


Ci sono dischi che in qualche modo hanno segnato i tempi, ridisegnando in qualche modo il percorso della musica popolare 'colta' e penso ad esempio a cosa è stato 'I see a darkness' del Principe nei '90 o a 'A river ain't.." di Smog aka Callahan negli anni zero. Innovazione seppur nei solchi di una tradizione consolidata attraverso la sensibilità di scrittura che solo grandi artisti sanno produrre. In questo senso il nuovo lavoro del caro Samuel Tear (Samamidon per gli amici, anche se ora ha separato in due parole distinte il moniker) non si discosta poi molto per concetto ed impatto ai due album capisaldo del folk moderno di cui sopra. Anzi ne possiede direi tutta la forza estraniante, nel senso che possiede la capacità di farti calare nel suo universo oscurando immediatamente qualsiasi cosa si faccia e qualsiasi luogo in cui ci si trovi gia con le prime note che cominciano a suonarci negli auricolari. E' un album di forma e sostanza in cui il folk tradizionale degli Appalachi (marchio di fabbrica del Sam) si è ormai evoluto in qualcosa di molto più complesso con venature di blues e pop di indole cameristico. Il rigore stilistico che Bonnie 'Prince' Billy aveva impresso con la coproduzione del pur bellissimo precedente 'All is well' è qui accantonato per la ricerca di soluzioni musicali di transito verso la scoperta di un genere folk rinnovato ed aggiornato ai tempi di oggi. In questo la sontuosa produzione del sempre grande Valgeir Sigurdsson ed il consistente apporto musicale e vocale di Thomas Bartlett (Doveman) e Beth Orton risultano condizione necessaria, ma non sufficiente. Per rendere 'I see the sign' la pietra miliare che credo diventerà nel tempo non mi sottovalutate il talento per la scrittura dello stesso Amidon e gli arrangiamenti del solito Nico Muhly. Laddove in 'All is well' questi ultimi erano solo 'ambientali' in un certo senso, cioè vagamente accennati sullo sfondo qui hanno un'importanza a mio modo di vedere fondamentale. Flauti traversi, violini, sax tenori, violoncelli, riescono quasi sempre a prendere la scena allo stesso livello delle vocalità lunari di Amidon e della Orton e ricordano da molto vicino il lavoro che lo stesso Muhly ha fatto in 'The Crying Light' di Antony: floreali, ma non barocchi. Insomma perdonatemi la verbosità che di solito sono più sintetico, ma questo disco mi infervora. Indi per cui il mio voto è immarcescibilmente 10!

venerdì 19 marzo 2010

Le scarpe di Imelda e il sesso degli Angeli

La cara e attenta SigurRos82 ha subito notato qui sulla destra la posa soave della 'farfalla di ferro' delle Filippine e mi chiede di spendere due parole sull'album che la strana coppia David Byrne e Fatboy Slim (+ una schiera smisurata di voci ospiti femminili, talmente smisurata che tutte insieme riuscirebbero ad indossare almeno 1/100 delle 3000 paia di scarpe che leggendariamente si dice abbia la Marcos occupando un'intero attico a Manila) le ha dedicato. Il disco narra dell'ascesa e poi della caduta di questa donna dalla vita fiabesca e dalla dubbia moralità e lo fa in modo decisamente interessante, sebbene il connubio finisca alla lunga per stancare un pò chi come me non è un grande appassionato di musical (detto con un eufemismo). Si, perchè in fondo Byrne e Fatboy Slim producono un musical perfetto per gli anni zero: classicismo e ritmica vintage. Dunque per me la parte migliore dell'operazione rimane il susseguirsi delle voci ospiti che ricordo nell'ordine sono: Florence (senza la macchina :D), Candie Payne, St. Vincent, Tori Amos, Martha Wainwright, Nellie McKay, Cindy Lauper, Allison Moorer, Charmaine Clamor, Roisin Murphy, Camille, Theresa Anderson, Sharon Jones, Alice Russell, Kate Pierson (dei B-52), Sia, Santigold, Nicole Atkins, Nathalie Merchant e My Brightest Diamond.
Di tutt'altra sostanza è invece la riedizione (riveduta e corretta) di un classicissimo ormai introvabile e cioè 'A Book Of Song For Anne Marie' di Baby Dee (che è magicamente apparso sopra la Marcos qui a destra). Dee in questo caso si divincola dalle sapienti mani produttive di David Tibet e Bonnie 'Prince' Billy e si affida a Maxim Moston (primo violino dei Johnsons di Antony) che asciuga e scarnifica lasciando solo voce e pianoforte. Il risultato è pura poesia, melodia, magia.. E' Dee che si rivolge ad Anne Marie (la bambina che era prima che la malattia genetica si manifestasse con l'età dello sviluppo) e lo fa in modo che potrei definire con mille aggettivi riassumibili da uno unico: commovente.

giovedì 18 marzo 2010

mine Vaganti O.S.T.

Il film è piacevolmente almodovariano e la sua colonna sonora è invece più sorrentiniana, entrambi però sono degni di nota. La seconda non foss'altro che per le composizioni di Pasquale Catalano (già più volte con Paolo Sorrentino appunto, tra cui la bellissima soundtrack de 'Le conseguenze dell'amore') che io ritengo il miglior compositore contemporaneo al mondo. Ladies and gentlemen..


1. Patty Pravo - Sogno (demo)
2. La linea dei ricordi
3. Tutti lo sanno
4. Nina Zilli - 50mila (versione mineVaganti)
5. Nessuno ad aspettare
6. Duetto
7. Pink Martini - Una notte a Napoli
8. Sulina Waltz
9. Baccara – Sorry, I'm a Lady
10. Cuore di sabbia
11. Mine vaganti
12. Sezen Aksu - Kutlama
13. Due notti
14. Radiodervish - Yara
15. La ruota pazza
16. Patty Pravo - Pensiero stupendo (live)
17. Mariana Delgado – Mais De Mim
18. Sezen Aksu – Kutlama (reprise)

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mercoledì 17 marzo 2010

Moltheni - Live a RadioDUE (12.03.2010)

Ecco la registrazione del concerto di venerdì scorso, dove tra l'altro Umberto ha confermato che il tour andrà avanti fino al 31 di luglio, giorno in cui chiuderà ufficialmente la sua carriera, quindi non rimane tanto tempo per chi non avesse mai assistito ad uno dei suoi live. A brevissivo uppo anche 'Natura in replay' (l'album del '99) visto che è ormai introvabile e mi sono arrivate diverse richieste in merito..


(Intro)
Io
Fiori di carne
L'amore acquatico
Gli anni del malto
Vita rubina
(Intervista)
Nutriente
Corallo
Petalo
Eternamente nell'illusione di te
(Intervista)
Nella mia bocca
Montagna nera
Suprema
(Intervista)
Per carità di stato
(Outro)

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venerdì 12 marzo 2010

Ancora qualche parola sulla città dell'Ade

Non avendo avuto ancora riscontri sul gradimento del disco della Mitchell, mi appoggio al detto: "Chi tace, acconsente" e rilancio.


'Hadestown' è stata concepita come una vera folk Opera e pertanto va in scena (a Dicembre è stato nel Vermont, ma seguirà poi l'allestimento nelle maggiori città degli States) come tale.


All songs by Anaïs Mitchell, except the instrumentals:

PAPERS by Michael Chorney
and LOVER’S DESIRE (Traditional Afghani).

All songs arranged & orchestrated for sextet by Michael Chorney.
Additional instruments arranged by Todd Sickafoose.

Produced by Todd Sickafoose.

HADES—Greg Brown
PERSEPHONE—Ani DiFranco
ORPHEUS—Justin Vernon (of Bon Iver)
EURYDICE—Anaïs Mitchell
HERMES—Ben Knox Miller (of The Low Anthem)
FATES—The Haden Triplets (Petra, Rachel & Tanya)
CHORUS—The Original Hadestown Cast (listed on the following page)
Michael Chorney—acoustic guitar, prepared guitar
Anaïs Mitchell—acoustic guitar
Ben t. Matchstick—harmonica, voice
Jim Black—drums, percussion
Todd Sickafoose—bass, piano, pump organ
Tanya Kalmanovitch—viola
Marika Hughes—cello
Josh Roseman—trombone
Nate Wooley—trumpet
Rob Burger—accordion, piano
Miguel Frasconi—glass orchestra
Rich Hinman—pedal steel
Brandon Seabrook—four-string banjo, noise tapes, electric guitar
Jonathan Goldberger—electric guitar
Mike Dillon—vibraphone

QUI il libretto dell'opera e QUI la sua storia, narrata dalla stessa Mitchell.

giovedì 11 marzo 2010

Domani salta Ozpetek..

Niente cinema domani sera bensì Moltheni Live @ RadioDUE. Concerto in diretta dalla sala A di via Asiago presentato da Silvia Boschero e Gerardo Panno, dalle ore 21:00


Se poi invece non si volesse rimandare il film più divertente di Ferzan Ozpetek c'è sempre il fido http://drivecast.eu (basta iscriversi e si può programmare il radio-registratore con più di 90 radio italiane e poi scaricarsi l'mp3 nei tre giorni successivi)

mercoledì 10 marzo 2010

Le filastrocche degli elfi e il mito di Orfeo

Il mio iPod è definitivamente defunto, nel senso che s'è rotto il disco fisso e quindi avrei speso per ripararlo più o meno quanto sarebbe costato uno nuovo, quindi ero ormai deciso per una tecnologia più 'sdozza' (detto alla bolugnès), ma decisamente più economica. Fatto sta però che un'anima pia m'ha fatto trovare sotto il cuscino un iPod classic da 160 giga nuovo di zecca e io che pensavo che dopo tutti i casini che ho combinato nella vita non m'amasse più nessuno! Vabbè, bando alle ciancie, iPod nuovo, musica nuova, cominciando da..

Jònsi - Go


Secondo disco solista in due anni per Jòn Pòr Birgìsson (anche se a dire il vero il progetto 'Riceboy Sleeps' del 2009 era fatto a 4 mani col suo compagno di vita Alex Somers) e qui il buon Jònsi esplora a fondo un altro aspetto ricorrente della musica dei Sigur Ròs, non più l'elettronica ambient dello scorso anno, bensì quel pop un pò sghembo che comunque da sempre permea alcuni capitoli dell'opera del quintetto islandese. Non manca qualche ballad sinfonica decisamente cinematica (una cantata addirittura in inglese), ma per il resto il disco è fatto da una serie di filastrocche degli elfi, allegre e gioiose, in cui la sua voce da folletto giganteggia da par suo. Abum che direi perfetto per questa primavera, sebbene sbirciando fuori della finestra mi accorgo che di primavera ancora non c'è traccia alcuna, per cui il mio voto si ferma a un comunque lusinghiero 8.


Anais Mitchell - Hadestown

Questa invece è stata per me la più grossa sorpresa musicale dell'inizio 2010 e casualmente arriva più o meno nello stesso periodo in cui lo scorso anno giunse 'The Hazards of Love' dei Decemberists. Cito quel disco, non tanto per la somiglianza musicale quanto per una certa comunione concettuale. Anche qui ci troviamo infatti di fronte ad un'opera folk, ma rispetto a quella di Colin Meloy & Co., la Mitchell (e i suoi ospiti) riscrivono in chiave moderna l'epopea di Orfeo e il suo viaggio negli inferi per salvare l'anima della sua amata e defunta sposa Euridice. Album straconsigliato da chi vi scrive con la partecipazione straordinaria e continuativa di Ani Di Franco, Greg Brown, Justin Vernon (Bon Iver), The Haden Triplets e Ben Knox Miller (The Low Anthem) in cui il folk si mescola con una narrazione musicale di stampo Weill & Brecht e con richiami più o meno espliciti alla trilogia teatrale di Tom Waits (The Black Rider, Alice, Blood Money) che ne fanno, ripeto, il disco più sorprendente ascoltato in questi primi 70 giorni di 2010. Voto: 9+

lunedì 8 marzo 2010

Addio cavallo pazzo..

Non entrerei nei dettagli che in parte m'ero pentito quando ne parlai relativamente a Chesnutt. Anche qui, atto di coraggio o di codardia? Non ci interessa, diciamo solo: "Addio, Mark". E pensare che prima dell'aggiornamento finale, andando sul sito ufficiale di Sparklehorse la prima cosa che compariva era il link per le donazioni alla famiglia di Chesnutt..

mercoledì 3 marzo 2010

Senza iPod

Essere senza iPod è per me quasi essere senza un braccio, vabbè forse sto esagerando, ma spero comunque che l'assistenza Apple me lo restituisca di nuovo funzionante. Nel frattempo perdonatemi se non vi segnalo più nulla, ma non ho più nulla per poter ascoltare. Al massimo eccovi lo strambellinedito che chiuderà 'Mine Vaganti' di Ozpetek così come è stato trasmesso ieri da Linus e Savino su DJ..